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Fede & Vale

Discovery

Travel Couple

Siamo Federico & Valentina,
una coppia che ama viaggiare e vogliamo condividere con Voi le nostre esperienze.

Un anno di Lavoro a Epcot, Disney World

  • Immagine del redattore: Vale
    Vale
  • 8 gen 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Programma Rappresentante Culturale nel padiglione italiano


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Entrata di Epcot durante il Flower and Garden

Prima di cominciare voglio solo precisare che scrivo questo articolo solo per raccontare la mia personale esperienza da Cast Member e che non parlo né a nome di Disney né di Patina Group.

Per poter parlare della mia esperienza alla Disney mi ci vorrebbero mille ore... ma cercherò di essere il più concisa possibile, promesso!


Per me ha avuto tutto inizio il 4 Aprile 2016, quando ho preso quell’aereo che da Milano-Malpensa mi avrebbe portata all’aeroporto di Orlando, Florida.

Dall’aeroporto con uno pullman raggiungiamo gli Housing Disney, più precisamente quello che è tipo l’ufficio principale a Vista Way, dove ci scattano una foto (servirà per il tesserino di controllo) e ci dicono in quale Housing e quale appartamento vivremo per il prossimo anno.



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La scelta è tra:

Vista Way (più vecchio ma vicino a locali, ristoranti, negozi);

Commons (più gettonato per le lavatrici negli appartamenti e la vicinanza agli outlet);

Chatham Square (di fronte ai campi da beach e da calcio);

Patterson Court(il più nuovo, ma senza fermate dei bus all’ingresso).

Una volta che siamo stati tutti assegnati, saliamo su un bus e andiamo alla nostra nuova casa.

Per me all’inizio Patterson e per gli ultimi due mesi Commons!

Nei giorni successivi facciamo il corso sulla sicurezza sul lavoro, ci viene assegnato il nostro Social Security Number (indispensabile per poter lavorare legalmente negli Stati Uniti), firmiamo il contratto e ci viene detto in quale struttura ristorativa del padiglione italiano lavoreremo.


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Le opzioni ufficiali nel padiglione italiano sono 3: Il ristorante Tutto Italia; il Wine Cellar Tutto Gusto; la pizzeria Via Napoli.

In realtà ci sono poi per il ristorante e il Wine Cellar anche la figura dell’Hostess e, in determinati periodi in cui nel parco si tengono degli eventi (Food and Wine, Flower and Garden, etc.), si può anche finire agli stand esterni.


Io vengo assegnata alla pizzeria e da lì, ragazzi, inizia il panico.

L’unica cosa che sapevo sulla pizzeria era che veniva definita una giungla, dove la regola era correre (ma senza realmente correre, per la sicurezza).


Ci portano al Costuming dove ci fanno vedere dove trovare le nostre divise (lavate e stirate da loro) e quali indossare in base al ruolo.

Perché si, qui si ricoprono diversi ruoli.




All’inizio ti vengono insegnati diversi ruoli:

Busser (apparecchia, sparecchia, riempie i bicchieri di acqua e bibite che in America sono a riordino gratuito, tiene in ordine e sempre piene le credenze e tutto quello che può lo fa);

Rotolino (persona che per 10 ore non farà altro che asciugare e sistemare un coltello e una forchetta in mezzo ad un tovagliolo facendone un rotolino, questo per centinaia di volte);


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Donkey Cart

Addetto al Donkey Cart (povera anima lasciata all’esterno a 40° del caldo umido della florida con solo un ombrellone come riparo dal sole a vendere vino, gelati, bibite, etc.).

Per tutte queste figure la divisa consiste in pantalone nero, camicia bianca e grembiule a pettorina verde.


L’ultimo dei ruoli base è quello dell’Host/Hostess (urla all’entrata il nome dei guests e li accompagna al tavolo che gli è stato assegnato, consegnandogli i menù e augurando buon appetito); la divisa per la donna è una gonna rossa a vita alta che arriva fin sotto al ginocchio, fascione nero a cintura, camicia bianca, sciarpa e collant (obbligatori) mentre per gli uomini pantalone nero, camicia bianca e gilet rosso.


Dopo alcuni mesi o anche prima se scarseggiano le figure al di sopra, verranno fornite delle dispense da cui studiare per diventare prima Runner (la figura che porta i piatti ai tavoli) ed in seguito Server (il vero e proprio cameriere). Il primo test in realtà viene fatto dopo poco che si è arrivati relativo ai numeri dei tavoli, dei posti a sedere e del ruolo da Hostess.

Il secondo è principalmente sui piatti, verranno richiesti tutti gli ingredienti di tutti i piatti nel menù.

L’ultimo in aggiunta avrà anche tutti i vini, con provenienza e relativo prezzo al calice e alla bottiglia, oltre ad un esame orale che si tiene con il capo, per la pizzeria Gabriele, che impersonerà il cliente, con allergie e varie richieste.


C’è un massimo di 3 errori, TOTALI, quindi se si fallisce due volte il test iniziale rimarrà la possibilità di fallire ancora una sola volta o si rischierà di non poter mai diventare Server!!

In più bisogna stare sempre attenti ai richiami, che qui sono solo scritti e si chiamano Warning. Se arrivi in ritardo, dimentichi di timbrare entrando o uscendo, non hai la barba fatta bene per gli uomini, non hai i collant per le donne o la peggiore, dimentichi di mandare su un ordine un’allergia, te ne danno uno, e se per 3 volte in un anno ricevi un Warning per lo stesso errore vieni licenziato. E non scherzano!!


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Posso assicurare che i primi mesi sono i più difficili, ma una volta che si impara come lavorare, che si fa amicizia e che si impara a coniugare lavoro e tempo libero cambia tutto.

Ci sono stati momenti davvero difficili, dove mi sono chiesta chi me lo facesse fare di subire tutto quello stress… Ma posso assicurare che ne vale assolutamente la pena!!

Ogni sera c’è un party in un locale diverso, ci sono ristoranti per tutti i gusti, le entrate in tutti i parchi Disney, compresi i due acquatici, per i cast member sono gratuiti, nei giorni liberi puoi prendere un volo e andare dove vuoi. Insomma, sta a te vivere il programma che preferisci.


Per me è stato un programma in cui ho dato l’anima sul lavoro pur di rendere il Guest felice della sua esperienza; dove ho dormito una media di 3 ore a notte, per poter vivere avventure e momenti unici con delle persone fantastiche che sono state e sono tutt’ora la mia famiglia; bevuto più di quanto sia umanamente possibile, perché gli Happy Monday non sono solo dei giochi ma vere e proprie battaglie da vincere; dove ho speso tantissimo in shopping e ristoranti; dove ho potuto visitare Atlanta, il Colorado e le Bahamas… Dove ho lasciato un pezzetto del mio cuore ma ho riportato molto di più con me.


I primi giorni è tutto così confuso, mentre tra parole mai sentite come Housing, Paycheck, Warning, Costuming, Busser e Server cerchi solo di non sembrare del tutto un idiota e di memorizzare il più velocemente possibile. In pochissimo tempo sembra di non aver mai fatto altro nella propria vita!


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